La prima Università castrense venne realizzata a Udine, in prossimità del fronte. Dopo Caporetto si sarebbe trasferita a Padova. Ma cosa era l’Università castrense? L’etimo deriva dal castrum romano, e stava a significare che si trattava di una università militare. La mobilitazione di oltre 5 milioni di soldati con l’afflusso costante di soldati feriti dal fronte implicava la strutturazione di un sistema complesso di ospedali militari, diversamente dislocati: dalla immediata prossimità al fronte, per i primi soccorsi, agli ospedali da campo fino a quelli delle retrovie, per la degenza dei soldati.
Il problema fondamentale era costituito dal fatto che il numero dei medici presenti e di quelli sfornati ordinariamente dalle varie sedi universitarie era modulato sulle esigenze di un Paese in tempo di pace: il tempo di guerra aveva mutato radicalmente lo scenario e la necessità di avere un numero crescente di medici era direttamente proporzionale all’intensità e alla drammaticità del conflitto. Si decise che tutti gli studenti di medicina del quarto anno del Regno avrebbero beneficiato di un corso accelerato di studi: vennero richiamati, se al fronte o se impegnati nei servizi territoriali, e inseriti nei corsi della Università castrense. Andarono tutti a costituire il Battaglione degli Studenti di Medicina e Chirurgia detto anche Battaglione Universitario, che venne considerato un vero e proprio reparto dell’Esercito dislocato nelle retrovie per uno scopo speciale.
Il corpo docenti era formato dai professori di medicina dell’Università di Padova cui si aggiunsero docenti di altri Atenei italiani, posti sotto la guida di Luigi Lucatello, al tempo preside della Facoltà di Medicina. Per le attività didattiche vennero utilizzate alcune strutture ospedaliere e altri edifici civili vennero adeguati alle nuove esigenze: l’atrio dell’Istituto d’Arte Selvatico, un’opera del grande architetto Jappelli, si trasformò in sala anatomica. Il Battaglione universitario si acquartierò in vari padiglioni, già adibiti a ospedali militari, che vennero trasferiti a Sud di Padova, nei locali universitari di Via Leonardo Loredan, nonché nella Scuola Ardigò in via Agnusdei. Il Comando del Battaglione si insediò invece presso l’Istituto di Antropologia di via Giuseppe Jappelli.
Nel complesso gli studenti della Castrense sostennero 6.000 esami: 500 giovani medici si laurearono così, eccezionalmente, senza dover presentare la tesi per poter raggiungere il più speditamente possibile il fronte.