Realizzato dalla Fondazione Luca e ospitato presso Villa Ca’Erizzo, già sede nel 1918 della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana (ARC), il Museo Hemingway e della Grande Guerra è strutturato in cinque sale nelle quali trovano spazio 58 pannelli ricchi di documentazione dedicati al Premio Nobel per la letteratura e, in particolare, al periodo da lui trascorso nel Vicentino nel 1918, negli ultimi mesi della Prima Guerra Mondiale, come conducente di ambulanze volontario dell’American Red Cross. Vi si possono ammirare, tra le varie cose, un biplano italiano abbattuto nel Brenta, le ambulanze americane, il Ponte di Palladio bersagliato dagli Austriaci in una foto datata 3 novembre 1918, foto raffiguranti Hemingway a letto convalescente e il principe di Galles all’aerodromo di Villafranca Veronese, un muro di Fossalta su cui un ufficiale degli Arditi aveva tracciato con la vernice nera la frase che Hemingway riportò nei suoi scritti: “Meglio un giorno da leoni, che cento da pecora.” La sua peculiarità, al di là dell’esauriente illustrazione dei passaggi cruciali del conflitto, è quella di fornire una testimonianza, unica in Italia, sulla partecipazione degli Stati Uniti alla prima Guerra Mondiale che non si è limitata al servizio ambulanze.